Le notizie sui Social Media corrono alla velocità della luce. Molte ci sfuggono pur essendo interessanti. Una di queste riguarda un’app particolare che studia i…terremoti.
L’anno scorso il terremoto che ha devastato diversi paesi in Emilia e Lombardia mi ha svegliato nel cuore della notte. Superati i primi attimi di panico (non mi vergogno, il terremoto mi terrorizza), controllo subito internet per vedere se era il terremoto ad aver scosso il letto, o se fosse stato il solito incubo.
Per prima cosa, mi dirigo sul sito del Corriere. L’homepage non si aggiorna, la solita notizia su Berlusconi e i suoi processi che tanto ti interessano.
Controllo un’app che segnala i terremoti, ma l’ultimo registrato è nelle Filippine (deve essere potente se ho sentito quello).
Clicco il sito dell’Ansa e di terremoti neanche l’ombra. Vado su Google News e niente ancora. Proprio mentre prendo in considerazione l’idea di farmi una camomilla, ecco che penso a Twitter!
Basta inserire terremoto nella ricerca degli hashtags ed esce il delirio, i tweet si aggiornano di continuo, condivido insieme agli altri italiani la paura e la preoccupazione. Twitter arriva dove i media tradizionali si fermano ma anche dove le app non riescono ad arrivare. Anzi, non riuscivano ad arrivare.
1) L’app che insieme al tuo smartphone studia i Terremoti
Un esperimento, presso un gruppo di ricerca del California Institute of Technology (Caltech), ha elaborato un sistema di rilevazione dei terremoti tramite un’app che usa l’accelerometro dello smartphone come fosse un sismografo. L’accelerometro è quel dispositivo che fa capire al cellulare in che posizione ti trovi.
Nell’esperimento californiano gli accelerometri dei volontari residenti nell’area di Pasadena sono collegati ad una rete tramite un computer, per poter inviare i dati in tempo reale. In questo modo, viene calcolata l’intensità della scossa e il suo tempo di propagazione. Questo nuovo modo di studiare le scosse telluriche potrebbe aprire nuove prospettive.
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2) I media tradizionali sono più veloci di Twitter, se non stanno raccontando disastri naturali
Uno studio conferma che i media tradizionali non sono da buttare nel dimenticatoio insieme ai floppy disk.
Se si parla di eventi sportivi o disastri naturali non c’è gara, Twitter è velocissimo, quasi imprendibile. Ma per quanto riguarda scoop e notizie di politica e di altri settori, i vecchi media si difendono bene. Twitter difficilmente può diffondere per primo notizie che, per essere scovate, necessitano di una professionalità ben distinta, come quella del giornalista.
Tuttavia, il social network che cinguetta ha la particolarità di evidenziare il sentimento dei cittadini, con il suo flusso continuo di commenti e opinioni.
Twitter è un social media predisposto non solo per commentare le notizie del momento, ma anche per fare emergere quelle “sfuggite” all’attenzione della massa o volutamente insabbiate dai media tradizionali, solitamente più vicini alle stanze del potere.
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