Facebook non è uno spazio privato bensì uno spazio pubblico (usato per raccogliere i dati che noi stessi forniamo a Facebook). E’ come camminare lungo le vie di un centro storico, è come passeggiare in un parco, è come stare in una spiaggia (un po’ affollata, tipo Rimini a Ferragosto).
Anche su Facebook si può notare uno degli aspetti più detestabili del nostro caro paese, l’Italia: la mancanza di rispetto degli spazi pubblici. In questo articolo riporto le abitudini su Facebook che più mi infastidiscono, per ognuno dei quali suggerisco delle contromisure.
Del resto le abitudini sono fatte per essere scardinate, altrimenti come si fa ad uscire dalla comfort zone? In questo caso, without education zone?
1) Taggare senza chiedere il permesso
Capisco farsi prendere dall’euforia del selfie scattato con il bastoncino reggi smartphone. Ma prima di taggare le persone presenti nello scatto hai chiesto loro il permesso?
Soluzione
Semplice, l’ho già scritto: basta chiedere il permesso, che ci vuole?
2) Mandare richieste di amicizie, a caso
Anche se sei un single alla ricerca dell’anima gemella, ammesso che si trovino le anime gemelle in questo modo, perchè mandare richieste di amicizia a caso? Il senso di quello che stai facendo dove si trova? Un conto è avere qualcosa in comune, come una nicchia professionale per esempio, un altro è chiedere l’amicizia così, per hobby.
Soluzione
Manda un messaggio privato motivando la richiesta di amicizia che hai inviato.
3) Aggiungere amici ai gruppi, sempre a caso
Devo dire la verità, forse qualcuno agisce in buona fede, forse qualcuno non ha ancora capito che su Facebook, l’invito a entrare in un gruppo, non è un invito, è una conferma.
Per descrivere la gestione degli inviti su Facebook mi piace ricorrere a questa immagine: è come se un buttafuori davanti a un locale, ti buttasse dentro, così, tanto per fare numero.
L’invito diventa “sei del gruppo, che ti piaccia o meno”. Ecco, è questo meno che fa arrabbiare gli utenti di Facebook, in particolare il sottoscritto, dopo aver fatto parte, a sua insaputa, di un gruppo di neonazisti, di disobbedienti INcivili, di appassionati del grande fratello e altre cosine poco apprezzate.
Soluzione
Anche in questo caso, basta mandare un messaggio privato a un tuo amico, spiegando i motivi di interesse del gruppo stesso.
4) Mandare furbescamente inviti alla tua pagina Facebook
Ultimamente mi capita spesso. Mi arriva una richiesta di amicizia, proviene da qualcuno dello stesso settore (ovvero social media marketing, web marketing, blogging, ecc.), io accetto (penso sia un “collega”), diventiamo amici… passano 5 minuti e… oplà, arriva l’invito alla pagina Facebook sua o di qualche suo cliente.
Soluzione
Anche in questo caso, cosa ci vuole ad inviare un messaggio privato? Ti costa tempo, certo, ma vuoi mettere con il rispetto che dimostri verso il destinatario?
5) Inviare un messaggio privato di massa
Tempo fa ho ricevuto un messaggio privato da un’amica. La causa era buona per carità, niente neonazisti, niente pseudo pacifisti. Saranno stati un centinaio i destinatari del messaggio, per ogni risposta, una notifica sullo smartphone! Dai, non si fa così.
Soluzione
Se proprio vuoi sensibilizzare i tuoi amici su una determinata causa, aggiorna il tuo status, manda un messaggio privato, argomenta i motivi per cui la sostieni, personalizza il messaggio e non sparare a raffica spammando il tuo messaggio.
6) Essere autoreferenziali
Basta ricordare a tutti che hai scritto un libro e che quel libro è in edicola con Il Sole 24 Ore, basta segnalare ogni giorno che farai il relatore durante una conferenza, basta condividere i tuoi articoli del tuo blog sulla bacheca di Facebook, tra i tuoi amici ci sono anche non appassionati di quello che scrivi e di quello che fai.
Soluzione
Ogni tot aggiornamenti parlane pure, ma non sempre, quotidianamente, sistematicamente.
Conclusioni (all’interno la settima abitudine da perdere)
In realtà ci sono altri comportamenti fastidiosi che si vedono su Facebook. Non sono solo sette, ma per oggi mi fermo qui, altrimenti l’articolo diventa troppo lungo.
Ci sarebbe un’altra abitudine che sarebbe meglio perdere. La dico o non la dico? Beh, nell’articolo di ieri dicevo che bisogna avere coraggio, anche nel proprio blog. Spero non si offenda nessuno dei miei amici, ma… pubblicare decine di aggiornamenti personali ogni giorno è proprio il caso?
Varia, diversifica, sorprendi, ma sii sobrio, e non invadere troppo lo spazio pubblico di Facebook. Dimentico qualcosa? Sicuramente. Sentiti libero di scriverlo nei commenti!