In questi tempi di proteste e di movimenti di piazza, è venuto il momento di alzare la voce via internet e via smartphone. Le informazioni corrono veloci via Twitter, immagini e video sono sempre più condivisi sui vari Social. Ma sarebbe ancora più determinante accompagnare tutti questi dati dalla voce di noi cittadini del mondo. Non è un proclama politico il mio, ma un’introduzione leggermente populista (condizionata dagli eventi degli ultimi giorni in Brasile, Turchia ed Egitto) ad un’applicazione che mi piace ogni giorno sempre di più. Dubbler.
Dubbler permette di realizzare un mini podcast, una sorta di audiotweet di 60 secondi, e di condividerlo alla velocità della luce sui social network. Nell’ultima versione è possibile condividere una registrazione audio non solo via Facebook o Twitter, ma anche via Google Plus, Tumblr e la classica Email.
Una volta effettuata la registrazione è possibile aggiungere un’immagine e applicare dei filtri alla propria voce, alcuni decisamente “inascoltabili” ma divertenti. Mi riferisco all’effetto voce da gattino o da Darth Vader (il cattivo, dal terrifico respiro, di Guerre Stellari).
In Italia Dubbler è ancora poco conosciuto e diffuso. La maggior parte degli utenti proviene dagli Usa e lo utilizza per mostrare al mondo intero le proprie doti canore. Niente di male, ci mancherebbe. Essendo poco intonato, preferisco usare Dubbler per esprimere brevi riflessioni o descrivere in anteprima i miei articoli. Se la scarichi aggiungimi, così mi sento meno solo 😉
Ultimamente un progetto simile a quello di Dubbler è comparso anche in Italia. Si chiama Reclog, è un’app solo per iPhone/iPad (ma la versione per Android dovrebbe arrivare) e più o meno ricalca le stesse funzionalità.
Reclog è un’app italianissima nata da poco, anche in questo caso registri, aggiungi un’immagine, scegli un filtro per modificare l’immagine e non l’audio come in Dubbler, e condividi.
Gli utenti italiani si mostrano meno canori ma più poetici. Potete visualizzare immagini delle nostre splendide città italiane, accompagnate dalla voce della gente. Oppure immagini di bellissime spiagge, con il magico sottofondo del movimento del mare.
Avrà successo questo genere di social network?
Mi sono posto una domanda alla quale non so rispondere. Sicuramente me lo auguro e lo auguro agli sviluppatori.
A differenza dei podcast, non occorrono particolari dimestichezze, basta uno smartphone e un’app gratuita. Questo è un enorme vantaggio che sicuramente aiuterà le app a diffondersi.
Certo la concorrenza con i social tradizionali è molto forte, ma non credo che sia questo il punto.
La nostra voce, quella vera, senza filtri da Darth Vader, dice tanto di noi. Parlare davanti a un microfono, significa mettersi in gioco sul serio, senza nascondersi dietro una parola scritta, o dietro un’immagine. Parlare in pubblico, sia in diretta che in differita, vuol dire lasciarsi andare e dare libero sfogo alla propria espressività. Sei pronto per questo passo?
Ci rendiamo conto delle conseguenze anche a livello sociale del “farsi sentire”?
E se in Brasile alzassero tutti la voce contemporaneamente per dire meno calcio e più diritti sociali? Che sbadato, lo stanno già facendo, proprio in questo momento.
Forse è venuto il nostro turno, prendiamo il microfono, il megafono, o anche una semplice app e…facciamoci sentire!
A proposito, se vuoi sentire la mia voce…clicca qui!