Qualche settimana fa sono stato contattato da un giornalista per la rivista di settore News Paper Milano. Una rivista nel campo delle assicurazioni e della finanza.
Il giornalista, Maurizio Montagna, stava lavorando a un articolo sul rapporto tra social media e compagnie assicurative. Così decise di contattarmi e di rivolgermi alcune domande, di seguito riporto un estratto.
Che consigli daresti a un’assicurazione che vuole aprirsi ai social media?
I social media possono essere un grande valore aggiunto per le compagnie assicurative.
Sono canali comunicativi che permettono di avvicinare tantissimo i clienti, sempre più connessi con smartphone e tablet.
Una strategia sui social media sarebbe in grado di portare trasparenza e semplicità a un mondo, come quello delle assicurazioni, spesso percepito dagli utenti come ostico e poco chiaro.
Le diverse compagnie assicurative non devono nascondersi, temendo di svelare le carte e fare il gioco della concorrenza, più si mostrano aperte e pronte ad ascoltare i bisogni dei clienti, più diventeranno attraenti per eventuali nuovi clienti.
Il primo social media che mi viene in mente, se fossi un social media manager di un’assicurazione, è Twitter. Un account su Twitter permetterebbe di rispondere ad eventuali chiarimenti, dubbi e perplessità da parte di clienti o di futuri clienti, in tempo pressoché reale.
Ovviamente non trascurerei i giganti dei social, Facebook e Google Plus, ma punterei su Youtube.
Un social media come Youtube, permetterebbe di ospitare video e presentazioni in grado di illustrare i pacchetti assicurativi più convenienti e concorrenziali. Il filmato, soprattutto se chiaro e conciso, ha un’efficacia comunicativa da sfruttare senza indugi.
Consiglierei di curare un blog aggiornato, in grado di raccontare la compagnia assicurativa, magari parlando non solo dell’azienda, ma soprattutto di noi, noi cittadini. Delle nostre storie, delle nostre difficoltà e dell’importanza di avere una compagnia assicurativa vicina alle nostre esigenze.
Anni fa, Peter Shankman ha affermato che “non assumerebbe mai un social media manager”. E’ d’accordo o in disaccordo con lui?
Conosco l’articolo di Peter Shankman, è uno dei miei articoli preferiti in materia di social media marketing. Sono completamente d’accordo con il suo pensiero, che va contestualizzato, visto che si tratta di una provocazione.
Pensi che quando vengo contattato da un’azienda come “esperto” di social media, la mia prima mossa, che potrebbe sembrare controproducente, è quella di affermare che le aziende non hanno bisogno di un un “esperto” di social media.
Secondo la mia opinione le aziende, compagnie assicurative comprese, potrebbero farne a meno se investissero sulla formazione e sull’aggiornamento dei propri collaboratori. Solo se non possono o non vogliono farlo, devono affidarsi a dei professionisti in materia.
Una volta deciso per arruolare un social media manager, un community manager, o una di queste nuove figure “social”, meglio non affidarsi a persone che non hanno passione e competenza.
Non basta l’aggiornamento quotidiano su Facebook, il tweet programmato ogni ora tanto per acchiappare followers o mi piace. L’esperto di social media deve condividere e saper comunicare valori e punti di forza dell’azienda per la quale lavora. Ovviamente presupponendo che l’azienda li abbia, altrimenti meglio lasciar perdere, prima che la rete se ne accorga.