Premessa numero uno, ieri ho saltato il turno, non ho pubblicato su SocialDaily, trasgredendo il mio intento di scrivere un articolo al giorno. So che sarai “disperato” per questa notizia, ma la ragione è più che buona: ieri ho partecipato all’OkDay2015.
Premessa numero due, questo articolo non appartiene alla categoria “post istituzionale realizzato seguendo tutti i criteri Seo e non Seo del bravo blogger”. L’ho scritto di getto tra ieri sera e questa mattina. In modo tale da catturare più emozioni possibili in un post da 400 parole circa (dopo le conto).
Cose che si imparano (anche) all’Ok Day 2015
Prima di tutto perchè anche? Perchè molte delle cose che sto per dire non sono scoperte dell’America. Sono cose risapute che credo sia giusto ripeterle, perchè in fondo, non fa poi così male ripeterle.
Ci sono eventi organizzati in un modo e altri organizzati e basta.
L’OkDay era organizzato e basta. Non mi dilungo con i complimenti da sviolinatore professionista. Però devo dirlo, devo scriverlo: non sembrava neanche di stare in Italia ieri.
Tutto alla perfezione. Complimenti a Valentina e a tutto lo staff di OkDay. Generosi persino nel buffet. Non per fare i “morti di fame”, anche se ieri tra una conferenza e l’altra saliva un appetito da “morti di fame”, però vogliamo dire che ci sono corsi da 500 e passa euro, che risparmiano persino sui piatti di plastica? E ieri era tutto offerto e squisito!
La qualità degli eventi è un’esperienza soggettiva. Ci sono relatori che ti possono piacere, altri che ti entusiasmano e poi quelli che ti ispirano. Ieri ho visto in generale personaggi concreti, non esaltati del web. In passato ho assistito ad eventi rinomati, con relatori improvvisati (ho fatto pure la rima).
L’Offline vince sull’Online
Questi eventi sono l’occasione per conoscere dal vivo, finalmente in carne ed ossa, persone con le quali scambi contatti sui Social Media.
Conosci persone con le quali adori conversare e altre che non vedi l’ora di smettere di conoscere. Ma solo offline puoi capirlo veramente. Solo dal vivo puoi “sentire” se veramente certe persone sono la tua stessa lunghezza d’onda. Quelle che non senti, probabilmente anche loro non ti sentiranno. Meglio concentrarsi sulle persone con le quali puoi persino stare zitto, tanto ci si capisce al volo.
Ma se offline vince sull’online perchè mi piace il lavoro, online, che faccio?
Solo chi parla di blog, nebbia di Novara, Siteground, Irlanda, Evangelist, birra della Valsassina, Social Media può capire.
Giusto Enrico, Paolo, Monica, Silvia, Mery, Paola, Simona, Alberto, Marco e Marco?
p.s. Potrei aver dimenticato qualcuno… non fateci caso, è l’età!