Una delle frasi più ricorrenti che si ascoltano per la strada è la seguente: “Con la crisi che c’è mi tengo stretto questo lavoro, anche se non mi piace”.
Meglio non riportare questo genere di pensiero su Facebook, altrimenti sarà il lavoro a non tenerti più tanto stretto…
E’ stata persino realizzata una pagina Facebook, si chiama Fired by Facebook, che raccoglie testimonianze di chi è stato licenziato grazie a un’attività commessa su Facebook. Ecco alcuni casi che ho raccolto in giro per la rete.
L’importanza del restare “Sobri”
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Una ragazza di 21 anni della Virginia Occidentale è stata licenziata perché ha pubblicato su Facebook le foto della festa di Natale della sua azienda, violando il regolamento aziendale.
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Una madre single ha perso il posto di lavoro perché sul social network diceva di lavorare troppo e di trascurare ingiustamente la figlia. L’azienda ha pensato bene di darle tutto il tempo di cui aveva bisogno.
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Alla Cassa Nazionale di Previdenza dei Commercialisti due dipendenti sono stati colpiti da provvedimenti disciplinari per aver pubblicato dei post offensivi nei confronti dei loro capi. Sospensione dal lavoro e trattenuta della retribuzione per dieci giorni. Il commento? Una similitudine con le feci che vi lascio immaginare. Tre parole scritte due mesi prima, che l’autrice neanche ricordava di aver scritto.
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A Brooklyn, un’insegnante di una scuola elementare, dopo una tragedia in cui un alunno è sciaguratamente annegato, ha pubblicato questo post: “Dopo oggi, sto pensando che la spiaggia sia una gita indicata per la mia classe”. Forse oggi sta facendo la bagnina, sicuramente non più l’insegnante.
- Un’altra insegnante è stata costretta a dimettersi dopo che i dirigenti scolastici hanno visto una sua foto su Facebook in cui teneva in una mano un bicchiere di vino e nell’altra un boccale di birra (mai mischiare gli alcolici) La foto era stata scattata mentre la maestra era in vacanza in Europa, ma il fatto che fosse fuori servizio non è valso come attenuante. Il capo della Apalachee High School, a Winder, in Georgia, le ha offerto un ultimatum: essere sospesa dall’incarico o dimettersi.
Ogni cosa che condividiamo può diventare un boomerang
I casi sono tanti, la rete è piena di esempi. Di solito non mi piace inserire una morale in un post, ma oggi faccio un’eccezione alla regola che mi sono imposto: stiamo attenti a cosa scriviamo, facciamo e respiriamo su Internet.
Mi ha colpito il fatto che in America Facebook venga utilizzato dagli avvocati, per scovare elementi per poter screditare la reputazione dei testimoni durante i processi. Meglio eliminare le foto del tuo ultimo addio al celibato…
Restando in America, da uno studio della North Carolina State University emerge che i responsabili delle risorse umane sono a caccia di foto dei candidati intenti a utilizzare droghe e alcool.
Tuttavia secondo un’altra indagine americana, Big Five Personality Traits Reflected in Job Applicants Social Media Postings pubblicata su Cyberpsychology, Behavior and Social Networking, sono i commenti e l’interazione con gli altri utenti a dare maggiori indicazioni sulle caratteristiche attitudinali del lavoratore. In sintesi: grazie a Facebook puoi capire il profilo psicologico, le opinioni politiche e religiose di una persona.
Qualche consiglio per evitare brutte sorprese
Vuoi tenerti stretto il tuo lavoro? Oppure vuoi evitare delusioni in fase di candidatura per un nuovo impiego? Segui questi consigli che ho trovato per la rete, il punto 8 è farina del mio sacco. Oppure cancellati da Facebook e non continuare a leggere 😉
1.Evita di cliccare “Mi Piace” sul link dell’azienda dove si va a fare il colloquio (o dove si verrà assunti) E se proprio vuoi farlo, ripulisci il profilo da ogni post “pericoloso” per la tua immagine.
2. Cancella i post che esprimono idee politiche o religiose, elimina i messaggi negativi o gli sfoghi personali, e soprattutto distruggi quelli dove parlavi male del precedente datore di lavoro. Persino se fosse Hannibal Lecter de il Silenzio degli Innocenti.
3. Seleziona i permessi della tua bacheca di Facebook, solo gli amici fidati dovrebbero avere l’opportunità di accedere ai tuoi contenuti. Ma ricordati che questa misura non esclude eventuali fughe di foto compromettenti.
4. Offri un’unica versione sobria di te stesso se utilizzi più Social (Facebook, Twitter, Linkedin, ecc.). E quando parlo di sobrietà mi riferisco in tutti i sensi, non solo all’alcool.
5.Utilizza il pc aziendale con buon senso, meglio evitare di scaricare musica e film, e dimenticati di giocare a Farmville. Se consulti Facebook o Twitter con il pc aziendale rischi di essere tracciato.
6. A volte per sbaglio si lasciano dei “like” a pagine imbarazzanti. Corri a togliere il like a “Miss Perizoma”
7.Geolocalizzazione? No grazie! Ho amici che si geolocalizzano in modo compulsivo. Devono farci sapere cosa fanno, con chi sono, che cosa hanno scoperto e che si stanno divertendo. Alcuni si geolocalizzano anche in bagno. A volte sbottano perchè hanno l’impressione di sentirsi controllati. Geolocalizzarsi al centro abbronzante in orario d’ufficio non è una grande idea.
8.Mai mettersi al computer, davanti allo smartphone o impugnare un tablet mentre si è ubriachi. Se da brillo clicchi su Facebook potresti fare danni irreparabili.
Questo articolo è stato creato prendendo spunto dalle seguenti fonti:
- http://punto-informatico.it/3088954/PI/News/italia-licenziato-facebook.aspx
- http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201307051313-eco-rt10120-internet_chi_sparla_su_facebook_non_e_un_lavoratore_affidabile
- http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-07-09/quando-facebook-causa-licenziamento-100704.shtml?uuid=AabTkUmD
- http://www.outsidernews.net/come-perdere-o-trovare-un-lavoro-grazie-ai-social-network/
- http://www.ninjamarketing.it/2012/11/05/6-consigli-da-seguire-per-non-perdere-il-posto-di-lavoro-a-causa-di-facebook/
- http://www.ictbusiness.it/cont/news/come-farsi-licenziare-con-facebook/26748/1.html