Fluentify è un market place di lingue in cui le persone che vogliono migliorare la conoscenza di una lingua straniera possono fare lezione con tutor madrelingua provenienti da tutto il mondo.
Questa è la descrizione di Fluentify un social network intelligente, nato in Italia grazie a due giovani ragazzi torinesi e che ti permette di imparare o rinfrescare una lingua straniera.
Prima di leggere l’intervista ad Andrea Passadori, uno dei fondatori, ecco le mie impressioni dopo averlo utilizzato.
Entusiasmo alle stelle! Questa è stata la mia reazione dopo una lezione d’inglese con uno dei simpatici e professionali “insegnanti” di Fluentify. All’inizio ho provato emozione e momenti di panico da inglese arrugginito. Poi si inizia a chiacchierare e subentra il divertimento, finita la mezz’ora si vorrebbe tornare a chiacchierare!
Ho provato tre insegnanti finora, tutti d’inglese, le altre lingue verranno introdotte più avanti. Sono ragazzi spigliati ed estroversi, parlano senza metterti a disagio, consapevoli del proprio ruolo. Credo che il punto chiave sia proprio questo, il sentirsi a proprio agio. Solo in queste condizioni si inizia a parlare noncuranti del proprio inglese e con la naturalezza di una chiacchierata tra amici.
Dal punto di visto tecnico Fluentify mi ha stupito. La connessione video è fluente (come sarà il mio inglese tra qualche lezione) e senza intoppi. Non esagero quando affermo che la qualità della conference call è ai livelli di Google Hangout o di Skype.
I costi sono in linea, se non inferiori, alle richieste di una ripetizione: dai sei agli otto euro per mezz’ora di lezione.
E’ un investimento su se stessi, per migliorare la padronanza di una lingua straniera senza necessariamente spostarsi all’estero. Questo è il sito internet, mentre questa è la pagina Facebook.
Il team è giovanissimo: sono Giacomo Moiso (24 anni), Andrea Passadori (24), Matteo Avalle (26) e Claudio Bosco (23). Notare l’età dei fondatori, alla faccia di chi descrive i ragazzi italiani come bamboccioni privi di iniziative.
Ho avuto il piacere di conoscere Andrea, nonostante l’impegno totale nel “progetto Fluentify” sono riuscito a strappargli una breve intervista, per conoscere meglio lui e tutto il team.
Andrea, come è nata l’idea di Fluentify ?
Avendo studiato e vissuto all’estero per diversi anni, ci siamo resi conto che l’unico modo per perfezionare una lingua è immergersi totalmente tra la gente del posto.
Purtroppo però non tutti hanno il tempo e le possibilità economiche per trascorrere lunghi periodi all’estero. Abbiamo così deciso di creare una piattaforma che permettesse a chiunque sia munito di una connessione ad internet di poter fare conversazione con dei veri madrelingua.
Quando hai capito che il progetto si stava concretizzando, che emozioni hai provato?
Soddisfazione, paura, responsabilità, ed entusiasmo.
Giacomo ed io ci siamo conosciuti quando entrambi frequentavamo un Master in Management presso l’ESCP Europe. Finito il Master, il sogno di tutti è trovare lavoro in una società di consulenza, una banca d’investimento o in grandi società.
Noi abbiamo preferito metterci in gioco e lanciarci in questa sfida.
Il nostro entusiasmo nasce dalla voglia di poter migliorare il settore dell’istruzione che ancora non riesce a sfruttare fino in fondo internet e le nuove tecnologie.
Perchè vi siete trasferiti a Londra e non avete continuato il progetto in Italia?
Abbiamo entrambi lavorato a Londra in differenti settori (consulenza e venture capital), questo ci ha consentito di poter sviluppare una rete di contatti.
Costruire una internet startup a Londra o nella Silicon Valley in America è indubbiamente molto più facile rispetto all’Italia.
Tuttavia soffriamo nel vedere l’Italia, uno dei paesi con il più alto potenziale intellettuale al mondo, rovinarsi con le proprie mani. Sentire giovani come noi che non vedono l’ora di scappare ci riempie di tristezza, anche perché l’unica generazione che può cambiare le cose è la nostra. Ci piacerebbe quindi tornare… Sarà possibile?
Ringrazio Andrea Passadori per la disponibilità.