Negli ultimi due – tre mesi la mia presenza su Google Plus è diminuita sensibilmente.
Sia a livello personale che per i profili delle aziende clienti.
Intendiamoci, è un social network che mi piace e dal quale proviene il più alto numero di condivisioni dei miei articoli. Ciononostante mi sembra di avvertire un certo stallo, non solo a livello personale, rispetto al periodo di maggior splendore: ovvero tra la fine del 2013 ed i primi mesi del 2014. Ma andiamo con ordine.
Gli Albori di G+ aspettative e solitudine
Forse non tutti si ricordano che gli inviti all’iscrizione prima del lancio furono sospesi per eccesso di domanda degli utenti. Anche se bisogna riconoscere che il meccanismo della disponibilità in versione beta privata (per accedervi era necessario un invito da Google), aiutò tantissimo ad aumentare il fuoco delle aspettative. Dopo qualche settimana, l’accesso fu consentito a tutti ma ben presto dall’entusiasmo iniziale si arrivò alla depressione della solitudine.
Eppure gli utenti non mancavano, il problema in realtà era il loro mancato utilizzo. Google furbescamente obbligava gli utenti degli smartphone Android a fare il log in con il proprio account Google, creando contemporaneamente anche un profilo Google Plus.
Per non parlare del fatto che agli inizi sembrava un clone di Facebook, sia nell’aspetto che per lo stile. Con il passare del tempo è riuscito ad assumere una fisionomia ben precisa, sviluppando una personalità tutta sua. Senza dubbio l’incentivo maggiore che spinge all’utilizzo di Google Plus sono i suoi benefici dal punto di vista SEO.
Arriviamo così al periodo di maggior entusiasmo, parlerei quasi di euforia da google plus: tra la fine del 2013 e gli inizi del 2014.
Durante questo periodo d’oro ho visto tantissimi corsi specializzati nell’utilizzo di G+, altrettanto numerosi, anche se un pò troppo clonati, gli articoli dei soliti social-guru su come formattare il testo prima di pubblicare i post. Non oso pensare a quante volte avrò letto che Google Plus dal punto di vista SEO è fondamentale.
Ultimamente qualcosa è cambiato, è non credo che sia solo una questione personale. Soprattutto leggendo in rete gli ultimi rumors che provengono da Mountain View e che narrano di una certa delusione da parte della stessa Google.
La situazione attuale, stallo o crisi?
Tre anni dopo, G+ ha trovato poco spazio anche durante il keynote alla conferenza per gli sviluppatori. L’allontanamento di Vic Gundotra, vicepresidente e autore del lancio della piattaforma, è un altro segnale poco incoraggiante.
Nuove funzioni e opzioni stentano ad arrivare, mentre le novità che arrivano, personalmente, ma non credo sia il solo a pensarla così, sono veramente misere. Mi riferisco all’aggiornamento dei termini d’uso che permette di iscriversi a G+ anche con pseudonimi e nomi di fantasia.
In realtà, più che di novità, parlerei di “ritorno sui propri passi”. Lo conferma un comunicato ufficiale della stessa Google, con un post sul proprio profilo, in cui ammette che la politica sui nomi è stata spesso poco chiara. ”Quando abbiamo lanciato Google Plus abbiamo imposto numerose restrizioni sui nomi, e questo ci ha aiutato a creare una comunità fatta di persone vere, ma ha anche escluso una serie di persone che volevano far parte di questo mondo senza usare il proprio nome reale. Nel corso degli anni abbiamo poi allentato i vincoli, e ora stiamo facendo l’ultimo passo: non ci sono più restrizioni su quale nome si può usare”
Tradotto non significa favorire l’anonimato (uno dei nemici dei Social Network, ne parlo in questo articolo), bensì si tratta solo di un cambio della policy che va incontro alle richieste fatte da tantissimi utenti: basti pensare, ad esempio, a tutti coloro che desiderano mantenere il proprio nickname di YouTube anche su G+ oppure a tutti coloro che vogliono usare YouTube senza indicare nome e cognome vero in pubblico.
Ok la SEO ma Google Plus porta traffico sui siti web?
I benefici SEO di Google Plus sono senza dubbio medicine importanti per la salute di un sito web, ma come sappiamo non basta questo per far dormire sonni tranquilli ai webmaster. Quanto è grande il volume di traffico ricevuto da Google Plus, rispetto a Facebook, Twitter o Pinterest? Ebbene, uno studio di Shareaholic condotto negli USA ha confermato ancora una volta che Facebook fa la parte del leone sotto questo punto di vista. Cosa dice questo rapporto di Google Plus? Vabbè dai non voglio infierire, prima che Google mi faccia sparire dal web.
Concludo con un’opinione personale, secondo me G+ si riprenderà alla grande, ma prima dovrà necessariamente introdurre nuove e interessanti funzioni.