Lo dico contro i miei interessi. Se fossi un’azienda alla ricerca di un responsabile per la comunicazione digitale, non avrei dubbi: mi affiderei a un giornalista. Un giornalista 2.0 per l’esattezza. Vediamo perché.
Riporto di seguito 4 caratteristiche tipiche del giornalista (ideale) che ogni social media manager, digital strategist, web content editor ecc ecc deve possedere.
Il giornalista cura ogni dettaglio
Il giornalista controlla ogni aspetto, ogni particolare, prima della pubblicazione del suo pezzo. Dai nomi alle date, dalle affermazioni ai dati, tutto viene verificato per evitare imbarazzi e danni alla sua autorevolezza e a quella della testata per cui lavora.
Il giornalista semplifica la complessità
Ai giornalisti viene insegnato a rendere semplice il complesso, a scrivere articoli per ogni tipo di lettore non saggi accademici per una nicchia di intellettuali.
I giornalisti usano un linguaggio diretto, rapido, privo di paroloni inaccessibili ma capace di andare dritto al sodo.
I giornalisti conoscono alla perfezione il metodo KISS (Keep It Simple and Short).
Non posso dire altrettanto della categoria alla quale appartengo (noi digitalcosi spesso parliamo una lingua tutta nostra, piena di inglesismi e a tratti incomprensibile a chi non è del settore).
Il giornalista rispetta le scadenze
Sin dalle prime esperienze come semplice collaboratore, il giornalista è consapevole dell’importanza delle scadenze. Il calendario editoriale va rispettato, ci sono termini improrogabili.
Il procrastinatore seriale non può diventare un giornalista.
Il giornalista ha il fiuto per il contenuto interessante
Il giornalista è ossessionato dallo scoop, dal pezzo che fa la differenza. Odia la banalità e la notizia che puzza già di vecchio.
Riconosce le valide fonti da quelle che non fruttano niente di interessante. Con il tempo matura la capacità di filtrare le notizie che interessano maggiormente rispetto a quelle che annoiano i lettori.
In un web caratterizzato dall’overload di informazioni e contenuti, queste caratteristiche fanno la differenza.
Alle aziende e al giornalismo serve il giornalista 2.0
Un anno fa ho partecipato a un evento presso l’università di Verona, rivolto proprio ai giovani giornalisti. Il tema? La SEO, spiegata dall’esperta Giulia Bezzi. Guardandomi intorno mi accorsi subito che nessuno dei ragazzi presenti in aula stesse partecipando al live tweeting o a qualche altra forma di comunicazione digitale.
Non riuscivo a capire se fossi troppo vecchio o troppo giovane.
Confrontandomi con diversi giornalisti sono arrivato alla conclusione che la maggior parte di loro debba necessariamente aggiornarsi (come tutti noi del resto).
Un giornalista 2.0 se si aggiorna sulla conoscenza degli algoritmi, sull’utilizzo di smartphone e app, web tool e nuove tendenze del digital, sulla creazione di stories sui social, sulle conoscenze, anche di base, riguardo Seo e blogging, diventa un professionista a 360 gradi, conteso da ogni azienda alla ricerca di un esperto di comunicazione digitale, non solo dalle testate giornalistiche.
Per continuare ad approfondire queste tematiche, consiglio la lettura dell’articolo di Lisa Bortolotti per Digital Ghost, ecco il link.
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