E’ lunedì mattina, non ho la stessa gioia nel cuore che sento il venerdì pomeriggio, ricevo l’ennesimo messaggio diretto automatico, da parte di un follower che conosco appena. Questa volta rispondo a tuono!
Per fortuna mi fermo, e rifletto. Quello che per me è spam, è una strategia per un altro. Quello che per me è tristezza, una specie di elemosina dell’attenzione altrui, per un’altra persona può essere addirittura un servizio. Tornerò più avanti sulla mia reazione…
Messaggi diretti sì, Messaggi diretti no!
Diversi, anzi tantissimi, utenti di Twitter, utilizzano sistemi automatici in grado di inviare messaggi diretti ai propri followers. Possono essere utilizzati per
- Ringraziare in modo automatico i nuovi followers, magari con un link interno per pubblicizzare la propria pagina Facebook.
- Informare i proprio followers dell’uscita di un nuovo articolo o di un e-book per esempio.
Sotto certi aspetti potrebbe sembrare un favore per chi è interessato ai tuoi argomenti. Ma è il sistema robotizzato che rende poco spontanea e genuina questa interazione. Un altro interrogativo che mi pongo è il seguente: dove finisce il Self Branding e dove inizia l’invasione dell’attenzione altrui?
Personalmente non seguo sempre tutte le regole e le strategie del bravo Social Media Manager, per aumentare visibilità o attenzione. Prima di prenderle in considerazione le faccio esaminare da un potente strumento, anzi, tool (fa più figo). Si chiama buonsenso 😉
E il mio buonsenso sostiene che mandare messaggi diretti per avvisare i followers di Twitter dell’uscita di un mio post è veramente triste e controproducente.
La sfortuna o la fortuna è che il buonsenso nel web e non solo nel web, non è uguale per tutti.
Sfortuna, perchè sotto sotto vorremmo essere circondati da persone simili a noi. Fortuna perchè il bello è proprio l’essere diversi, ognuno con le proprie sfumature di colori e punti di vista.
Grazie per il Follow!
Questo è quello che succede quando ricevo la notifica di un nuovo follower:
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Guardo il suo profilo
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Se non è uno spammer dichiarato, se non è un filo nazista (mi è successo, subito segnalato) se non appartiene a una nota catena di Sant’Antonio dei social (non li nomino per non dare loro pubblicità), contraccambio il following.
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Se posso scrivere, mando immediatamente un ringraziamento per il follow, twittandolo apertamente, sotto gli occhi di tutti.
Perchè non scelgo il messaggio diretto per ringraziarlo? Perchè è come stringere la mano a una persona appena conosciuta sotto un tavolo, al riparo da tutti.
Perchè non scelgo un messaggio diretto automatico? Perchè non ho bisogno di un robot che mi sostituisca mentre socializzo nel web! Il ringraziamento è una cosa seria, come sono serie le scuse, gli apprezzamenti, i complimenti o le rimostranze.
Devo riconoscere che non ricevo decine di followers al giorno, non sono un vip e non sono un bravo social media coso. Ma anche se fossi un Justin Bieber della Brianza con centinaia di richieste al giorno, non mi affiderei a un risponditore automatico di ringraziamenti.
Messaggi Diretti, ottima strategia di Marketing
Vuoi sapere com’è stata la mia reazione di fronte al messaggio diretto di lunedì scorso?
Ho risposto gentilmente affermando che considero triste contatti di questo tipo, diciamo al limite dello spam.
Non riporto tutto il dialogo ma i punti chiave e le argomentazioni ricevute da un sostenitore del messaggio diretto promozionale, eccole qui:
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Personalmente non considero spam i messaggi diretti promozionali, perché il fatto che qualcuno mi segua, significa che gli interessa quello che ho da dire
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Se mi segui, accetti il fatto che io ti possa mandare i messaggi privati
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Inoltre non mando i messaggi a “tutti”, ma solo a determinate categorie di follower
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Statisticamente parlando, su 2500 messaggi che invio, al massimo 3/4 persone si lamentano, tutte le altre ringraziano, leggono e condividono, non tutti mi ringraziano, ma veramente tanti, all’incirca 100 risposte di ringraziamento contro le 2 di protesta
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raccogliere follower senza poter interagire con loro in maniera strategica, non è marketing, bensì sparare nel mucchio!
Ho apprezzato il dialogo e la pacatezza, il rischio era quello di sembrare agli occhi di entrambi due troll che non hanno nulla da fare nella vita, a parte litigare via messaggi diretti. Invece è stato un confronto sereno tra due scuole di pensiero molto lontane tra loro, e che probabilmente non troveranno mai un punto d’incontro.
Per me non sono poche due persone che si lamentano di un mio comportamento. Il fatto che le persone abbiano deciso di seguirmi non significa accettare qualsiasi comportamento da parte mia, significa che debba essere ancora più responsabile delle mie azioni.
Ma sono d’accordo con un punto, l’ultimo in particolare:
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raccogliere follower senza poter interagire con loro in maniera strategica, non è marketing, bensì sparare nel mucchio
Marketing appunto non Web Marketing. Sono due cose molto differenti. Il Web Marketing significa adattare regole e strategie del marketing alle caratteristiche del mondo del web. Tuttavia Internet è diversa dal popolo della tv e dei media tradizionali, le regole del marketing applicate senza tener conto della diversità del canale, rischiano di diventare dei boomerang.
Il Parere di Valì Jolie
Ho chiesto un parere a un’amica, una famosa blogger che conoscerai senz’altro. E’ tra le più esperte professioniste del mondo dei Social, in particolare di Twitter.
Lei è Valentina Lepore, il suo blog ValiJolie è ricco di preziosi contenuti per migliorare la conoscenza di Twitter e dei suoi meccanismi. Non potevo non chiederle un parere su questa querelle. Lei gentilissima e molto disponibile, nonostante sia molto indaffarata (sta preparando un corso molto importante a Milano) mi ha risposto con passione:
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I messaggi diretti promozionali automatici sono tristi come sostieni tu (il sottoscritto), sono tristi anche quelli automatici dopo un follow, perché sono fuori target e perchè sparano nel mucchio senza personalizzazione.
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Credo che abbia senso promuovere un contenuto pubblicamente, magari citando persone che possono essere direttamente interessate o coinvolte. Pensa che proprio ieri ne ho ricevuto uno che non ha niente a che fare con me e mi ha fatto ridere per non dire irritata 🙂
Il fattore umano
E’ il fattore umano che fa la differenza. Con il messaggio diretto automatico invece il fattore umano viene sostituito dal fattore statistico, puramente numerico:
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si riceve la percezione di essere sfruttati come “altoparlanti” (ricevi un link supponendo che lo ricondividerai ai tuoi followers, che aumenterai le visite al sito)
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ti senti un numero, una pedina mossa passivamente per realizzare la strategia di un social media “coso” qualsiasi
I social media sono fatti di persone e non di numeri, di utenti consapevoli e non di soggetti passivi.
Tuttavia, prendo atto che la stragrande maggioranza delle persone non sono disturbate da questi atteggiamenti, e che addirittura li apprezzino. Ma appartenere alle minoranze di pensiero non mi ha mai dato fastidio 😉
Aggiornamento dopo la pubblicazione del post
Credevo di appartenere a una minoranza, ma probabilmente è una minoranza rumorosa visto che i miei amici di Twitter, vecchi e nuovi, la pensano più o meno come me (probabilmente scelgo bene gli amici!)
Ecco un tweet da parte di un nuovo “amico” di Twitter, si chiama Gian Marco, qui il suo account Twitter, con un’immagine dedicata ai messaggi diretti:
@valesala @eudai_monia @bagnidalmondo @GerosaRoberto questa ve la dedico con il cuore pic.twitter.com/3Y8VcS0Zj8
— Gian Marco (@GianCattini) 27 Marzo 2014
Ora gli mando un messaggio diretto rigorosamente automatico per ringraziarlo! 😉