L’argomento parolaccia è delicato, è da tempo che volevo dedicarle un articolo.
Partiamo dalla fine, da quella che di solito è la cosiddetta “morale”: sono assolutamente contrario all’uso della parolaccia in modo sistematico e ripetuto. Una volta ogni tanto ci può stare, ma deve essere l’eccezione, non la regola.
Cosa mi hanno fatto di male le parolacce? Nulla di particolare, è solo che non mi fido del loro utilizzo, mi sento di non consigliarle, in particolare sui Social Media.
La parolaccia: quando ci vuole, ci vuole!
Non sono un santo, le parolacce le dico, prima ancora le penso ma spesso mi trattengo, soprattutto in pubblico. Tuttavia sono un profondo sostenitore della parolaccia, detta al momento giusto, con un pizzico di fantasia e creatività all’italiana.
La mia non è una crociata contro le parolacce (le crociate meglio lasciarle dove sono, visto che ne paghiamo ancora le conseguenze).
Insomma, la parolaccia è una bella liberazione.
Quando le parolacce sono troppe… c’è qualche problema?
Ho conosciuto sul web persone che usano un tono aggressivo, ricco di turpiloqui ed espressioni polemiche, dure, poco democratiche. Poi li incontri di persona e ti sembrano agnellini, pacati, assolutamente propensi al dialogo e alla pace.
Non sono uno psicologo e non voglio addentrarmi su terreni che non conosco e che non ho studiato. Pertanto, chiedo ai miei amici psicologi e più esperti di me, di lasciare un contributo (magari tra i commenti) su questo argomento che mi interessa molto. Ho come la sensazione che alcune persone che abbondano di parolacce nel loro modo di esprimersi, abbiano qualcosa su cui lavorare.
Parolacce e reputazione online
Ecco, ogni volta che leggo un articolo di un mio “collega” blogger ricco, o forse è meglio dire povero, di turpiloqui ed espressioni boccaccesche, mi viene da pensare: “ ma se ti legge qualche tuo collega, capo o cliente?” Ammiro il “coraggio” e il tuo “spirito di libertà” (ammesso che dire parolacce sia una dimostrazione di libertà), ma non temi di sputtanare (non potevo dire compromettere) la tua reputazione online?
Mai sentito parlare di… responsabilità delle proprie parole?
Trattenersi dall’utilizzo della parolaccia, sia fuori che dentro nel web, significa anche essere responsabili del proprio linguaggio. Noi non sappiamo chi ci legge, il nostro articolo potrebbe essere letto da un ragazzo. Ok, qualcuno potrebbe controbattere affermando che i ragazzi di oggi dicono più parolacce di quanto noi adulti osiamo immaginare. A parte il fatto che non sono tutti così i ragazzi di oggi, ma anche se lo fossero, non potrebbe essere un’occasione per dare il “buon esempio”?
Ti puoi permettere la parolaccia?
Un’altra domanda che ti devi porre è questa: ti puoi permettere l’utilizzo della parolaccia nei tuoi post sui Social Media?
Ricordate l’irruzione di Benigni durante l’edizione numero 12 di Fantastico condotto dalla Carrà? Fece un indimenticabile monologo dedicato all’organo genitale femminile, pronunciato in decine di modi diversi dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.
Sicuramente fece scalpore ai tempi. Ma Benigni è un personaggio che può permettersi di passare dai toni aulici della lettura della Divina Commedia, a quelli più bassi legati ai bisogni primari dell’uomo. Viene sempre considerato geniale, qualsiasi cosa faccia o dica.
Tu, piccolo blogger da 5000 followers, sei sicuro che ti puoi permettere di affrontare un argomento come il social media marketing (tanto per fare un esempio) infarcendolo di parolacce senza pietà?
Il vero anticonformista? Non usa le parolacce, argomenta.
Credo che i blogger che navigano nel turpiloquio abbiano qualche problema nei confronti di quell’odioso buonismo alla massima potenza che ci obbliga a pesare le parole prima di pronunciarle. Devo essere sincero, anche io nutro qualche problema irrisolto con questo finto perbenismo che ci vieta di usare le parole “zingari” perchè sarebbe razzista, o immigrati perchè sarebbero profughi.
Ma siamo sicuri che il modo migliore e più efficace per rispondere a questa ipocrisia strisciante sia l’utilizzo della parolaccia? Tutti usano il politically correct e allora per distinguerci dobbiamo dire “vaffanculo”?
E lo diciamo ad alta voce, urlando contro tutto e contro tutti, annientando persino le nostre stesse argomentazioni?
Vogliamo fare gli anticonformisti sui Social Media? Prima dobbiamo esserlo realmente, nei nostri pensieri. Poi lo dobbiamo dimostrare, nei fatti. E infine lo possiamo comunicare, nelle parole, siano esse scritte o pronunciate.
A quel punto le parolacce non diventano più necessarie, perchè siamo riusciti ad andare oltre e non ci servono più a niente.