In queste ore si sta diffondendo la “notizia” secondo la quale la bolla dei social media si stia sgonfiando.
Secondo una società di ricerca americana, la CB Insights, lo scorso trimestre i gruppi Internet attivi nel settore hanno raccolto il 2% dei fondi messi sul mercato dai venture capitalist. Investimenti che in passato hanno toccato punte anche del 21%.
Gli esperti, confrontando questi dati con l’andamento degli ultimi anni, stanno arrivando alla facile conclusione della “bolla che sta per esplodere”.
Non sono un economista, nè un esperto di bolle (a parte quelle di sapone) ma credo che parte di questo allarmismo sia dovuta alla grande bolla che scoppiò nel 2000 e che portò alla fine del cosiddetto web 1.0.
Tra la metà degli anni ’90 e il famigerato 2000 ci fu una vera e propria corsa all’oro di internet. Si pensava che la New Economy avrebbe inesorabilmente inghiottito la Old Economy. E pensare che erano tempi in cui Facebook non c’era ancora e Google muoveva i primi passi. E di smartphone non c’era traccia alcuna.
I tempi non erano ancora maturi per un cambio così epocale. Gli investimenti erano esagerati rispetto ai ritorni economici attesi. In sintesi, quella era una bolla inevitabile e gonfiata a dismisura. Per saperne di più clicca qui.
Ma è davvero una bolla quella dei Social Media?
Tra la bolla di Internet dei primi anni 2000 e quella presunta dei Social Media ci sono grandi differenze.
Prima di tutto perchè i Social Media non sono una New Economy. Al massimo si possono definire New Media. In secondo luogo, complice la crisi internazionale, non si vedono chissà quali investimenti o speculazioni sui Social Media. Di solito le bolle esplodono dopo un periodo di anni all’insegna dell’ottimismo più sfrenato.
A parte Yahoo, che si sta accaparrando una start up dopo l’altra, non ci sono operazioni finanziare maestose come quella di Time Warner, quando acquistò America Online nel 2001.
Le cifre mostrano che i fondi non stanno diminuendo, ma stanno trovando altre destinazioni. Nell’ultimo trimestre sono stati investiti 3.6 miliardi di dollari nelle compagnie legate a Internet, più o meno la stessa cifra del “picco” del 2011. Le aziende che attirano di più ora sarebbero quelle legate alla gestione delle grandi masse di dati, i Big Data, e al cloud computing.
Stiamo tranquilli, potremo condividere le foto dei nostri gatti ancora a lungo 😉
Aggiornamento 14/09/2013
Come immaginavo nel mio articolo, la salute finanziaria dei social network è più che ottima. Ecco un link interessante che entra nel dettaglio, da “ilsole24ore.com”
Ecco le fonti utilizzate per l’articolo