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Social Media ed Educazione, tra luoghi comuni e consapevolezza

7 Ottobre 2013 by Roberto Gerosa 8 commenti

Social Media ed Educazione

Negli ultimi mesi, complici numerosi casi di cronaca, è salita l’attenzione dell’opinione pubblica su questi temi:

  • cyberbullismo
  • istigazioni al suicidio
  • discriminazioni di ogni tipo

Sentimenti diffusi e amplificati via Internet, in particolare grazie ai social media.

Causa ed Effetto

Leggendo certi articoli e guardando diversi servizi televisivi, ho come l’impressione che i “vecchi media” stiano creando una correlazione di causa ed effetto che non mi convince del tutto.

Ovvero, sarebbe Internet a fomentare la maleducazione, che degenera in cyberbullismo, omofobia, femminicidio e manifestazioni di odio verso tutto e verso tutti.

I luoghi comuni

Potrei scrivere un bel post infarcito di luoghi comuni, moralismi e banalità, basta fare copia incolla da diversi e autorevoli articoli.

Eccone uno, l’avrò letto decine di volte, soprattutto tra le pagine dei nostri stimatissimi quotidiani nazionali:

Gli educatori, gli insegnanti e i genitori, devono essere i primi a conoscere tecnologia e social media, per poter insegnare ai ragazzi come si usano.

Altrimenti i giovani, poveri loro, diventano “prede” delle diavolerie tecnologiche.

Eppure come spiegare il fatto che abbia conosciuto ragazzi di 17 anni, educatissimi, da una invidiabile profondità interiore e da una spiccata sensibilità, nonostante abbiano genitori non in grado di distinguere un telecomando da uno smartphone?

Come interpretare la presenza di insegnanti perfetti, bravissimi a educare i propri alunni, nonostante non abbiano ancora capito a cosa possa servire una porta wi-fi sulla fotocamera?

Il sito Ask, grazie all’anonimato, alimenta il cyberbullismo e l’istigazione al suicidio.

Mia nipote, minorenne, riceve diversi insulti e proposte oscene sul discusso Social Network Ask, tanto in voga tra gli under 18. La sua reazione? Li manda tutti a quel paese, senza pietà, senza paranoie e senza il bisogno di uno psicologo.

Strano, leggendo certi articoli sembra che Ask sia più pericoloso dell’Aids.

Sono sincero, non mi piace questo social network e non ho alcuna intenzione di difenderlo. Sicuramente viene utilizzato anche per fare del male, soprattutto a livello psicologico, nei confronti di chi è più debole.

In sintesi: il problema esiste. Esiste eccome. Ma come al solito noi uomini lo affrontiamo “esternalizzandolo”. Trovando un capro espiatorio, o delle scuse poco convincenti, ma tanto rassicuranti.

E’ colpa degli insegnanti, ma sono pagati male. E’ colpa del lavoro che manca, anzi no, è colpa dei genitori perchè lavorano entrambi. E’ colpa delle cattive compagnie, ma è anche colpa dei ragazzi che stanno troppo in casa. E’ colpa della televisione, anzi no, è colpa di Internet. E’ colpa del computer, è colpa dell’iPad.

vintage_grilled_cheese_ipad

 Educare ad essere consapevoli

L’educazione è l’attività, influenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo.

Così recita Wikipedia, alla voce “educazione”.

Internet è una forma di influenza nella cultura mondiale, insieme a Tv, radio, e musica. Quello che viene diffuso da questi canali, web compreso, spesso è spazzatura.

Tuttavia mentre i vecchi media, come la TV e la radio, sono forme di comunicazione mono direzionali, imposte dall’alto, Internet è una forma di comunicazione e di condivisione multidirezionale. E’ una sorta di coscienza collettiva che si manifesta nella rete.

In estrema sintesi: i social media siamo noi. Giovani e meno giovani, minorenni e adulti, insegnanti e alunni, genitori e figli.

Possiamo parlare per ore, e scrivere centinaia di articoli, ma prima di tutto dobbiamo migliorare noi stessi, lavorando sul nostro comportamento, sul nostro modo di parlare, e soprattutto sul nostro modo di pensare.

In altre parole, bisogna lavorare sulla consapevolezza che se non cambiamo prima noi stessi, la società non cambierà mai.

Basta ispirarsi ai grandi uomini che hanno illuminato la storia umana, ma che spesso non vengono ascoltati.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

Gandhi

Se l’educazione è influenza all’interno di una cultura, come recita la definizione di Wikipedia, questo significa che tutti noi influenziamo gli altri, e che gli altri influenzano noi. Anche attraverso i Social Network. Teniamolo sempre presente, prima di pubblicare, condividere o lasciare anche solo un “mi piace” su Facebook.

Internet e in questo caso i Social Media sono grandi risorse.

Che siano troppo grandi per l’umanità?

Forse non siamo ancora pronti per canali comunicativi di questo tipo, in cui la responsabilità delle nostre azioni e dei nostri pensieri richiedono una maggiore consapevolezza e maturità.

O forse è ora che iniziamo a muoverci verso la direzione di una maggiore responsabilità verso quello che diciamo e pensiamo.

L’educazione nel Web, nell’Arte, nella Fotografia e nei Social media

Questo articolo è un primo esperimento di cross blogging, in cui altri blogger, coinvolti da Daniele Imperi, alias Penna Blu, hanno scritto la loro riflessione sull’educazione rapportandola all’argomento principale del blog che curano.

Vi invito quindi a leggere gli altri contributi.

La scrittura per l’educazione di Daniele Imperi

Sfida & educazione di Silvia Baldessarri

La fotografia: un’arte per educare di Francesco Magnani

L’Arte, Educata di Giuseppe Palomba

 

Archiviato in:Editoriali, Social Media, Social Network Contrassegnato con: consapevolezza, cyberbullismo, discriminazione, educazione, femminicidio, maleducazione, odio, omofobia, Social Media, Social network

Roberto Gerosa

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