Settimana scorsa ho parlato in questo articolo, del mondo no profit e della opportunità o meno di una loro presenza sui social media.
A mio avviso non si deve assolutamente perdere l’occasione di utilizzare i social network per aumentare la visibilità ed eventualmente le donazioni.
Tuttavia, attuare strategie di social media marketing in ambito no profit, potrebbe rivelarsi un boomerang se si commettono determinati errori.
Evitare immagini choc
I contenuti non devono essere troppo tristi. Bisogna lasciare spazio anche alla speranza e all’ottimismo.
Vedo tante pagine che per commuovere e scuotere le coscienze pubblicano immagini atroci. Il rischio è quello di “abituare” le persone, soprattutto i più giovani, gli utenti maggiormente collegati, a fatti e immagini che vanno rielaborati per essere assimilati.
La foto Choc viene condivisa, è vero, ma io consiglierei di oscurare certi particolari, senza censurare il fatto. Mi riferisco per esempio alla vivisezione, agli stupri, alle torture. Lasciare spazio all’immaginazione fa sempre bene, perchè permette all’utente di riflettere in prima persona.
Basta lodarsi
Vedo in giro troppa autoreferenzialità. Troppe pacche sulle proprie spalle per il numero di like, di followers, addirittura per il numero di visite che si ricevono all’ora.
E’ vero, se scrivi che sono in tanti a seguirti, scateni l’effetto branco. Ovvero: se in tanti fanno questo, anche io lo faccio, è di moda! Se tanti lasciano il “like” anche io lo lascio!
Tuttavia, come giustamente sostiene Unicef Svezia, non sono i like che comprano i vaccini. Inoltre se continui ad auto lodarti, è come se dicessi che non hai bisogno del sostegno di nuovi aiuti.
Ascoltare gli esperti
Non affidarsi a specialisti della comunicazione è un altro errore. Affidare un ruolo chiave come questo a una persona che non ha le competenze o le qualità per comunicare sul web porta presto o tardi al fallimento.
Spesso si inizia un progetto, per poi adattarlo in base alle reazioni e ai risultati. In realtà le cose sono più complesse di quanto si possa credere.
Bisogna essere preparati ai cambiamenti, internet del 2013 non è la stessa internet del 2005.
Solo affidandosi a persone competenti e appassionate, che si aggiornano costantemente, si possono trasformare trasformare le novità in opportunità. Altrimenti si ripetono gli stessi errori, spendendo risorse, tempo ed energie.
Ho scritto l’articolo prendendo spunto da questo link. Mi sono soffermato sugli aspetti che mi stanno più a cuore, per approfondire l’argomento vi invito a dare un occhio al link e all’infografica inserita nell’articolo (in inglese).