Social Media e PMI (piccola e media impresa) quali i rischi, quali le opportunità?
Questo articolo è la versione “post blog” della presentazione che ho tenuto a Roma durante l’evento Web su Carta, Digitalklive.
PMI italiane, aziende familiari, con i loro pregi e i loro difetti
Quando si parla di PMI spesso si parla di aziende familiari; ovvero imprese all’interno delle quali si possono verificare dinamiche familiari del tipo: padre imprenditore, figli dirigenti, madri, fidanzate o nuore che occupano altre posizione in azienda.
Ovviamente si tratta di una considerazione generica, non di una regola applicabile a ogni realtà della PMI. Il rischio che si presenta in aziende a forte connotazione familiare è quello di assegnare incarichi, come la comunicazione sui social, a parenti, amici o ai famigerati “cuggini” (questa espressione, popolare sul web, fa riferimento al cosiddetto smanettone adolescente che riesce a convincere il titolare di un’impresa nell’arduo compito di gestire la comunicazione sul web, siti, social e quant’altro).
Prima di proseguire con il post, vorrei precisare un punto fondamentale: il mio post non ha l’obiettivo di mettere in cattiva luce il rapporto tra PMI e digital workers.
A volte ho come l’impressione che la relazione Social Media – PMI non decolli, anche a causa di situazioni come queste:
- Il mondo del lavoro tradizionale, PMI incluse, considerano spesso le attività sui social e sul web come “giochi”, come professioni di minore importanza, gestite da gente improvvisata che ama “cazzeggiare” su Internet
- Diversi professionisti del web o presunti tali, non fanno molto per far cambiare idea a coloro i quali pensano esattamente quello che ho riportato nel punto 1). Un esempio? Eccolo servito!
Questo è il tweet di un (spero ex) dipendente del comune di Potenza.
Tra un ordine del giorno e l’altro, perchè non farsi una partita al villaggio dei Puffi? E soprattutto, perchè non usare l’account ufficiale del comune?
PMI e Social Media: le mie impressioni
Le considerazioni presenti in questo post sono per ovvi motivi generiche e legate alla mia esperienza personale. Il caso del comune di Potenza è solo un caso limite. Ma se devo riportare le mie impressioni riguardo l’utilizzo generale dei social media da parte delle PMI … beh, non è che siano molto positive.
Arrivo subito al dunque: i Social Media non vengono sfruttati a dovere dalle PMI.
- Siti Internet troppo statici
- Sezioni dedicate alle news inesistenti oppure esistenti ma non aggiornate
- Pagine social aperte e abbandonate dopo pochi, desolanti post
- Newsletter formate da pdf illeggibili, aventi come oggetto titoli improponibili, per nulla accattivanti
Quando invece vengono sfruttati, emerge un’altra erronea interpretazione del Social Media Marketing:
Ovvero, troppa promozione, pochi contenuti.
Le PMI sono brutte e cattive? Assolutamente no! Il mercato attuale rema contro i Social Media
Ancora una volta mi preme considerare un elemento importante: le PMI incontrano difficoltà nell’interpretazione di un corretto utilizzo dei Social Media anche a causa di un mercato economico, è sotto gli occhi di tutto, schizofrenico e imprevedibile.
Periodi di intenso lavoro, di numerosi ordinativi, di produzione alle stelle, si alternano nel giro di poche settimane a periodi di stagnazione, depressione, pessimismo e voglia di tagliare posti di lavoro.
Pertanto, non possiamo trascurare il fatto che ci voglia del coraggio, ai giorni nostri, per investire soldi in agenzie o in risorse in grado di ottimizzare strategie e comunicazione sul sito e-commerce e sui social.
Bisogna aggiungere un altro particolare che ho riscontrato in questi anni. Molte aziende fanno fatica a trovare le risorse competenti, non sanno dove cercarle e talvolta, ahimè, devo affermare che non sanno nemmeno chi e cosa cercare.
Come deve essere il lavoratore digitale ideale per la PMI?
Il profilo ideale per un digital worker da PMI è il presente:
- Social Media Manager
- Grafico
- Webmaster
- SEO
- Content Creator
- Blogger
- Video Maker
- Ufficio Stampa
- Fotografo per i prodotti dei cataloghi
- Se avanza tempo e deve avanzare sennò sei lento, magazziniere e addetto alle fotocopie
In parte scherzo, in parte esagero, in parte, la maggior parte, è la realtà. Basta guardare certi annunci presenti su LinkedIn.
La cosa che più mi lascia perplesso è che in questo quadro generale che ho appena dipinto, il lavoro digitale all’interno delle PMI si può riassumere con questa immagine.
Una tartaruga, perché il modo in cui vengono accolte le novità dal mondo del web e dei social è spesso caratterizzato da lentezza e paure ingiustificate. Una lepre, perché quello che si richiede è velocità, rapidità e cambi di strategia repentini.
L’attività del digital worker non può essere lenta e flemmatica. Si vive sul pezzo, si vive sull’adesso. Certi post sul calendario editoriale da parte di noi “bravi blogger” mi fanno sorridere (ne ho scritti anche io in passato, lo ammetto). Ok l’organizzazione è tutto, ma viviamo in Italia, in un perenne stato di emergenza e improvvisazione. Siamo bravi in questo, tiriamo fuori il meglio di noi in questi frangenti. Ecco perché abbiamo bisogno di tools online che accelerino il nostro lavoro, possibilmente senza esaurirci.
- Il famosissimo Canva
- L’altrettanto famoso Pablo
- Landscape (per ridimensionare al volo le immagini, adattandole ai vari social media)
- Button Optimizer (per creare bottoni call to action rapidamente)
PMI e Social Media: opportunità
Non ho ancora elencato quali sono le opportunità che possono ricevere le PMI attraverso una corretta ed efficace attività sui Social Media. Ne cito solo alcune:
- Raggiungere target di qualsiasi età. I social network non sono per i ragazzini come comunemente si pensa. Le ricerche dimostrano che la fascia di età più presente sui social network va dai 20 ai 55 anni circa, ovvero una fascia di persone che dispone di un reddito.
- Portano traffico sul proprio sito web, meglio ancora se è e-commerce
- Aiutano i commerciali delle imprese durante la fase di acquisizione del cliente (il materiale condiviso sui social, oppure nel blog aziendale, contenuto fresco, aggiornato, può essere usato in fase di vendita)
- Costruisci la cosiddetta brand reputation, la credibilità e l’autorevolezza del proprio marchio dentro e fuori dal web
- Crei importanti collaborazioni anche sul piano della comunicazione e del marketing con fornitori e aziende partner
PMI e Digital Worker: meno ossessioni più pragmatismo
Con il tempo ho riscontrato autentiche ossessioni in grado di contagiare sia le PMI che i digital workers stessi, senza dilungarmi troppo sono le seguenti:
- L’ossessione delle PMI: i like, i followers, il traffico web
- L’ossessione di noi digital workers: la strategia, il calendario editoriale, l’organizzazione
In realtà, la vera, sana, ossessione, deve essere la qualità dei contatti e del network, non solo trovare influencer come spiega bene Matteo Pogliani, bensì individuare i giusti “compagni di viaggio”, creare conversazione con gli utenti, clienti e non clienti. E per creare conversazione, dobbiamo essere noi stessi i primi disponibili a conversare.
Un tool per “trovare” ottimi contatti con i quali iniziare a “conversare”? Rapportive. Ne parlo in modo dettagliato in questo articolo.
Social Media e PMI: consigli & conclusioni
Ecco i veri tools offline più che online, concedetemi questa espressione. Quelli che fanno autentici miracoli a livello di comunicazione:
- Partecipare a fiere ed eventi, stringere la mano, parlare del proprio blog e della propria attività sui social, fare passaparola
- Puntare sulle newsletter e sull’email marketing, senza pdf allegati, utilizzando servizi come Mailchimp
- Usare il telefono e chiamare responsabili marketing di fornitori e aziende partner del cliente, responsabili di fiere, di riviste del settore ecc…
- Utilizzare meglio LinkedIn e in modo professionale e strategico
- Realizzare video tutorial, non i video con i droni che inquadrano il magazzino dall’alto per fare impressione ai clienti
- Partecipare ai corsi di formazione SocialDaily-KailashWeb (perdonatemi il marketing autoreferenziale)
- Super Pensiero Finale? Meno ore passate online e davanti a uno schermo (che fa pure male) più comunicazione offline e networking dal vivo, proprio come negli eventi del Digitalklive!