Una delle sfide più grandi che solitamente affronto con i nuovi clienti è quasi sempre la scelta del Tone of Voice da utilizzare.
Mi è successo più volte in passato di essere stato “ripreso” per eccesso di informalità. Un esempio? Sono un fan del “tu” a discapito del “lei”. Scelta quest’ultima non sempre apprezzata da alcuni clienti.
Ho come l’impressione che il nostro Paese, tanto gioviale quanto amichevole, sia ancora piuttosto rigido a livello relazionale.
Opinioni personali a parte, quale direzione stanno prendendo la comunicazione e il marketing a livello di Tone of Voice?
Il senso dell’umorismo, non ci sono corsi che te lo danno
Ricordo la famosa citazione manzoniana (Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare), adattandola al senso dell’articolo mi viene spontaneo scrivere così:
[bctt tweet=”Il senso dell’umorismo, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. ” username=”gerosaroberto”]
La brutta notizia è la seguente: non ci sono corsi di formazione in grado di trasmetterti il senso dell’umorismo. Nemmeno il corso che propongo io, qui puoi dare un’occhiata.
Ma perché è così essenziale adottare un tone of voice ironico e leggero? Perchè non basta a un’azienda avere tanti followers senza volto che non interagiscono con il marchio. La maggior parte delle imprese utilizza ancora i propri account social più come canali pubblicitari che come mezzi per creare relazioni durature e autentiche con i clienti.
Quello che conta davvero sono connessioni emotive, vere e propri community i cui membri si sentono liberi di superare le vecchie barriere tra azienda e clienti.
Al centro di questo percorso un tone of voice basato su tanto umorismo è di vitale importanza. Perché l’umorismo e l’ironia, riducono le distanze in un mondo, come quello del web, già caratterizzato dalla riduzione delle distanze.
Al bando la noia, il tone of voice nel mondo del business è cambiato, persino le banche (ho scelto come esempio gli istituti più noiosi in assoluto), l’hanno capito.
E se il tone of voice fosse il tono dei tuoi clienti?
I contenuti generati dagli utenti, come sappiamo, è uno dei perni del social media marketing. Da consumatori passivi, i clienti sono diventati utenti attivi nel processo comunicativo delle aziende sui social.
Condividere i loro video, le loro foto, li fa diventare sostenitori del brand. Rafforza il legame emotivo tra marchio e clienti. Offre un’alternativa non aggressiva ma spontanea alla promozione dei prodotti e dei servizi.
Tutto questo influenza inevitabilmente anche il tone of voice che utilizzi per la comunicazione sui social media di un brand.
Quando guardo e condivido i contenuti realizzati dai clienti di un ristorante, mi rendo conto che il registro comunicativo da loro utilizzato, in particolare quello dei clienti più giovani, influenza il mio modo di comunicare sui post della pagina stessa.
[bctt tweet=”I clienti partecipano in modo attivo al tone of voice del brand stesso ” username=”GerosaRoberto”]
Conclusioni
- Un tone of voice divertente, ironico e condito da tanto umorismo, non è solo una strategia (rende la tua azienda più umana e più vicina ai tuoi clienti) bensì la naturale evoluzione del digital marketing.
- Il tone of voice che intendi attuare è comunque influenzato dai clienti o dai consumatori stessi, ormai parte attiva nel marketing odierno.
- Più spazio all’umorismo, meno spazio alle distanze create dalla formalità; più spazio ai clienti, ai consumatori, meno spazio all’azienda.