Ecco la domanda da un milione di euro. Twitter sposta voti?
Lunedì scorso sono stato a Milano per assistere al seminario, dal titolo “Studiare la politica con i metodi digitali”. In sintesi, quattro esperti di Twitter e del monitoraggio dei flussi di tweet hanno presentato le loro analisi su aspetti diversi, che hanno in comune la stessa tematica. Ovvero, quanto Twitter possa influenzare gli utenti a livello politico e sociale.
Il dibattito è aperto, attuale, e soprattutto apre nuovi scenari per il futuro sul piano della relazione tra politica e twitter, o più in generale tra politica e social media. Proverò in breve a elencare le considerazioni più interessanti che sono emerse dal seminario di ieri.
- Attraverso Twitter non si può predire il risultato politico, non essendo rappresentativo.
- Attraverso Twitter si può cogliere un “trend” uno spostamento di “umori”, e lo si coglie molto più velocemente rispetto a un classico sondaggio.
- Twitter permette di registrare “picchi” e cambi repentini negli apprezzamenti verso istituzioni e personaggi pubblici. In seguito a scandali, gaffe, notizie importanti, si possono evidenziare veri e propri tsunami di tweet in un senso o nell’altro.
- La comunicazione politica tra i politici italiani e gli utenti è ancora molto verticale. Gli analisti hanno colto tanti retweet dei followers e non dei protagonisti della politica (o delle agenzie che gestiscono i loro profili).
- Il controllo dei flussi di tweet è un filone di ricerca appena iniziato, è assolutamente da prendere in considerazione, ma con equilibrio senza troppe enfasi e senza sottovalutazioni.